«Così è stata salvata dal canile lager»

La dolce Hailey sarebbe stata la prossima vittima del canile lager, invece... La storia e l'intervista
Chi è Hailey? Una cagnolina meravigliosa. Le foto parlano chiaro. Ma la sua storia è meno bella. Questa intelligente meticcia, di cui probabilmente papà o mamma erano labrador, arriva dal canile lager bosniaco di Kurevo, uno dei più temuti in tutta Europa insieme alle perreras spagnole. Nonostante dal portamento, dal carattere mansueto e giocoso e dal modo composto di passeggiare al guinzaglio sembri uscita da una casa perbene, Hailey ha rischiato la vita sul serio e si è salvata solo grazie all'intervento delle volontarie della Onlus Prijedor Emergency che si battono per salvare cani e gatti destinati al mercato nero o a una morte violenta. Ora la cagnolina è in salute e cerca casa (per informazioni Novella 3288680845, Nicolò 3382486325).
 
I cani salvati sono tanti, per aiutare o conoscerne altri scrivi a: prijedoremergency@gmail.com. Mercoledì 15 dalle 19.30 al Turné in via Paolo Frisi, a Milano, è stato organizzato un aperitivo in favore dell associazione.
 
«Prijedor Emergency Onlus - racconta Valentina Grancini, volontaria - è nata nel 2014 per salvare, curare, portare in Italia e far adottare i randagi della repubblica serba di Bosnia, cani e gatti. L'attività si svolge in particolare a Prijedor, città tristemente nota per il canile lager di Kurevo, dove i cani vengono barbaramente uccisi ogni venerdì nei modi meno ortodossi possibili che vanno dal veleno per i topi nel cibo alle bastonate, fino ai pezzi di vetro nella pappa e alle impiccagioni. Alcuni vengono abbandonati al cannibalismo per fame. Gli operatori del canile fatturano circa il corrispettivo di 35€ per ogni soppressione dichiarata al comune».

Come organizzate i salvataggi e come portate i cani in Italia?
Organizziamo partenze dalla Bosnia con 5 cani per macchina, ogni auto tenta un confine diverso a diversi orari della notte. L'operazione può durare parecchie ore perché i doganieri trovano qualsiasi cavillo per rispedire indietro i cani, anche se i documenti sono in regola. A complicare il tutto c'è il fatto che i vari confini sono lontani tra loro. Fuori dal confine si caricano i cani sulle macchine deputate al trasporto in Italia e si riparte per il Veneto dove abbiamo una cara amica volontaria che mette a disposizione il suo tempo e il suo giardino per dissetare, sfamare e far sgranchire i cani. Lì vengono o gli adottanti direttamente, o gli staffettisti che li portano nelle varie destinazioni. Tutto questo avviene una o due volte al mese.
 
Quali sono le maggiori difficoltà che incontrate?
«In primis le autorità cittadine che ci sono proprio nemiche poiché sottraiamo loro una delle migliori fonti di lucro che hanno. Oltre a ciò la mancanza di risorse umane in loco ci impedisce di essere più efficaci, infatti due soli volontari si occupano dei circa 150 cani che abbiamo salvato e che si trovano divisi in due rifugi costruiti con poco materiale e poche risorse. Ultima, ma non meno importante, la difficoltà economica: mancano costantemente i fondi per aiutare le povere creature ed essere sempre pronti ad affrontare ogni emergenza».
 
In Italia c'è attenzione a questo tema, vi arrivano aiuti e sostegno?
«L'attenzione sta crescendo e le persone acquistano via via fiducia nel nostro operato. Abbiamo una pagina fb molto attiva dove aggiorniamo costantemente quello che viene fatto grazie agli aiuti che ci arrivano (migliorie, acquisto cibo, emergenze veterinarie, staffette per portare i piccoli in Italia). Siamo ancora una realtà piccola, ma piano piano stiamo guadagnando visibilità e credibilità».
 
Che messaggio vorreste passasse al grande pubblico?
«Che tutti i cani e gatti randagi hanno bisogno di rispetto. E che il rispetto e la sensibilità verso gli animali è un segno di emancipazione e civiltà. Siamo andate a cercare un mondo dove non c'era e purtroppo tuttora non c'è alcun tipo di rispetto per l'animale e in questo contesto stiamo cercando di aiutare qualche innocente, che merita di vivere con dignità e non di essere barbaramente uccisa solo per fastidio o per lucro».