Eredità... tutta per loro

Alla scoperta delle leggi e delle modalità.
La legge italiana impedisce di lasciare i propri beni direttamente a un animale domestico, ma non vieta  al privato di fare testamento lasciando parte delle sue sostanze a una Onlus, ovviamente riconosciuta dallo Stato. Che significa? Siccome è previsto che solo persone o organismi come società, consorzi o fondazioni con una propria capacità giuridica possano ereditare, gli animali non possono essere considerati proprio come fossero umani. Continuano ad appartenere al patrimonio del defunto e vengono "assegnati" in eredità. Secondo il diritto italiano gli animali non possono dunque essere nominati eredi. Anzi, la presenza di una disposizione testamentaria in tal senso invalida l'intero testamento. Per assicurarsi la cura del proprio gatto dopo la morte, il proprietario può ricorrere a diversi metodi. Tanto per cominciare può nominare una persona fisica o giuridica come erede e obbligarla a prendersi cura dell'animale per mezzo di un apposito lascito. Oppure può nominare un erede a condizione che si prenda cura del gatto. In questo caso l'erede è vincolato a soddisfare la condizione, pena la perdita dell'intera eredità. Per controllare che il gatto sia curato a regola d'arte, chi fa il testamento può nominare una persona di sua fiducia, oppure un esecutore testamentario nominato dal tribunale o un'associazione animalista. Ma attenzione: è importante che l'erede sia d'accordo a occuparsi del gatto, in modo che possa offrirgli le cure adeguate. Chi vuole affidare il proprio micio a una persona precisa, senza nominarlo erede, può farlo delegandolo ufficialmente. Il legato può prescrivere che gli eredi versino a chi si occupa del gatto una determinata somma di denaro, oppure è possibile affidare il gatto alle cure di una associazione animalista, fornendola dei mezzi finanziari necessari. Il testatore però può anche fare una donazione alla persona di sua fiducia mentre è ancora in vita. Se il defunto possedeva un patrimonio ingente, che vuole mettere a disposizione del proprio gatto e della lega per la protezione degli animali, c'è la possibilità di istituire attraverso il testamento una fondazione che entrerà in funzione dopo la morte allo scopo di provvedere al gatto. Siccome una fondazione è giuridicamente riconosciuta solo se ha un capitale versato, oltre alla cura del gatto dovrebbe essere indicato tra i suoi scopi anche un secondo obiettivo, per esempio il sostegno alla protezione degli animali.
 
La campagna della Lav
"Puoi amarli una vita o amarli per sempre" è lo slogan che caratterizza questa campagna di sensibilizzazione lanciata dalla Lav che attraverso la pubblicizzazione delle proprie iniziative a favore degli animali cerca di intercettare le ultime volontà dei proprietari: «Dobbiamo farlo perché è una possibilità conosciuta da pochi e quindi c'è bisogno di fare informazione. Non solo a nostro favore - sottolinea Bennati - ma di tutte le associazioni legalmente riconosciute. La prima a beneficiare di un testamento è stata alcuni anni fa l'Enpa, ma poi ci sono altri casi anche in Trentino che fanno di questa scelta, sempre più frequente». Presso la Lav, per esempio, è operativo un ufficio legale di consulenza ed anche una bozza testamentaria sulla quale adattare le proprie volontà. Nello specifico la Lav può essere nominata erede assoluto o semplicemente beneficiario di un legato ed il modo più sicuro per identificare l'associazione è quello di indicarne il codice fiscale. Alla pari degli esseri umani, gli animali attraverso le associazioni possono ricevere qualsiasi tipo di bene in toto o in percentuale. La necessità di passare attraverso una associazione è data dal fatto che in Italia gli animali non sono soggetti di diritto e pertanto secondo il nostro ordinamento giuridico, non possono ricevere direttamente un'eredità.