I gatti ricordano come noi. I nuovi studi

La memoria felina funziona quasi come la nostra: la scienza dice che i loro ricordi restano nitidi per anni. E uno studio giapponese conferma...

I gatti ricordano con facilità tutto quello che vedono, sentono e vivono. Può avere dell'incredibile ma secondo gli etologi è proprio così. Questo permette loro di replicare alcuni comportamenti per così dire utili e di evitarne alcuni che potrebbero avere effetti dannosi, creandosi così un pacchetto di esperienze che li "guiderà" per tutta la vita. La "promozione" alla memoria dei piccoi felini di casa, tra l'altro, è stata confermata recentemente da uno studio giapponese. Saho Takagi, psicologa dell’Università di Kyoto, infatti, ha spiegato che anche i gatti, così come i cani, utilizzano i ricordi di una singola esperienza passata, e questo suggerisce che hanno una memoria episodica simile a quella degli esseri umani. Per capire un po' meglio come funziona la brillante testolina dei nostri amici a quattro zampe, dividiamo la memoria in due categorie. Quella legata all’intelligenza istintiva, che serve ai nostri mici per gestire i bisogni primari, è davvero a prova di bomba, aiutata dai cinque sensi che nei piccoli felini sono molto sviluppati. Questa permette al gatto di ricordare in un attimo, per esempio, in una casa nuova, dove si trova la ciotola della pappa, i giochi e la dispensa. Tuttavia, solitamente, è la memoria a lungo termine a generare in noi la più forte curiosità. Ricorderà una situazione critica che ha caratterizzato la sua infanzia? Saprà riconoscere il volto di una persona che lo ha abbandonato o, al contrario, salvato? Per rispondere a queste domande citeremo una lettura molto interessante e per alcuni aspetti commovente.

L’esperto racconta

L'etologo (o gattofilo indefesso, come amava definirsi) Giorgio Celli nel libro La vita segreta dei gatti (Il Saggiatore, 122 pagine, euro 15) racconta la storia di Pucci, un siamese "purosangue". Questo gatto era stato inizialmente accolto da una famiglia facoltosa, ma in particolare da un padroncino di sei anni, apparentemente angelico. Peccato che picchiasse il micio fino a rendere i rapporti così difficili da obbligare i genitori a cederlo a una insegnante di pianoforte. Quando anni dopo, per caso, il bambino ormai cresciuto entrò a casa della pianista Pucci lo riconobbe eccome. Scappò e restò rintanato a lungo, probabilmente proprio memore delle "botte" ricevute. Insomma, possiamo proprio dire: che memoria!

Le ricerche

Del resto la scienza parla chiaro. Oltre ai primati, solo i gatti hanno dimostrato di poter imparare in modo estremamente veloce attraverso la “memorizzazione dei comportamenti osservati”. Non molto tempo dopo la nascita dei cuccioli, infatti, la madre mostra loro come procurarsi cibo. Invece di braccare un topo e di mangiarlo sul posto, la gatta inizia a riportare il bottino nella cuccia, a mangiarlo davanti ai piccoli, e può accadere che consenta loro di assaggiarne un pezzetto. Osservandola, i piccoli imparano a cacciare. Nella vita domestica, per aiutarli a migliorare le loro capacità mnemoniche, stiamo attenti a non fargli mancare punti fermi. I nostri piccoli pelosi sono grandi abitudinari e anche solo la posizione di un mobile aiuta la loro fervida mente a lavorare in modo sempre più preciso!