Boom animali in casa, i costi

Dopo il 2020, complice la pandemia, si è registrato un vero e proprio boom del numero di animali da compagnia presenti in Italia. Euromonitor ha stimato 62,17 milioni di esemplari – di cui 16 milioni di cani e gatti – superando persino il rapporto di 1 a 1 tra gli animali e la popolazione residente che esisteva fino all’anno prima.
Quali e quanti animali ci sono nelle case italiane
Come spiega il rapporto Assalco-Zoomark 2021, gli animali d’affezione maggiormente presenti in Italia – e qualcuno potrebbe sorprendersi – sono i pesci che, contando più di 29,9 milioni di esemplari, rappresentano circa la metà del totale dei pet che vivono nelle famiglie italiane. Oltre 16 milioni sono i cani e i gatti, entrambi in aumento. In diminuzione invece gli altri animali da compagnia, come uccelli ornamentali, pesci e piccoli mammiferi: Euromonitor ha calcolato 12,9 milioni di uccelli, 1,8 milioni di piccoli mammiferi e 1,4 milioni di rettili.

Anche le adozioni di cani e gatti sono aumentate, come testimonia l’ENPA-Ente Nazionale Protezione Animali, che ha registrato nella fase acuta del lockdown un incremento del 15% rispetto al 2019. Lo stress causato dall’isolamento ha generato la voglia di prendersi cura di un animale in virtù del benessere che gli animali domestici generano per i proprietari.

Tutto questo si è tradotto, lato economico, in un aumento strutturale di domanda per il mercato Pet food, domanda che è stata assorbita da tutti i principali canali di vendita specializzati e generalisti.

Anche se ora, con le vacanze in arrivo, cresce pesantemente il numero degli abbandoni. Esistono però in Italia alcuni siti grazie ai quali è possibile organizzarsi e richiedere l’aiuto di un pet sitter, sia all’ultimo minuto che per lunghi periodi.

Ad esempio PetMe, online dal 2013, il primo sito italiano dedicato al servizio di pet sitting, utilizzato ogni giorno da migliaia di persone. L’azienda ha appena lanciato una piattaforma completamente innovativa in cui gli oltre 10mila iscritti attivi possono candidarsi gratuitamente e i proprietari di animali trovare un aiuto per la cura del proprio pet: un vasto dabatase di pet sitter geolocalizzato, in cui si possono avere anche tantissimi altri servizi per il benessere e la cura degli animali (come ad esempio imparare a togliere le zecche, che hanno invaso in queste settimana alcune zone italiane, grazie a dei video tutorial curati da esperti).

Il boom di un mercato in forte espansione
Come riportato dai dati di Gfk, l’aumento dei “Pet Parents” si è riflesso in un aumento consistente del numero di famiglie acquirenti di alimenti per cani e gatti, che ha raggiunto 12,2 milioni: circa 1 milione di famiglie in più rispetto allo scorso anno, per lo più giovani e di condizione socio-economica medio-alta, profilo interessante in termini di capacità di spesa e orientamento verso prodotti di più alta qualità.

Quello Pet è un mercato decisamente interessante, anche in Italia, che registra numeri sorprendenti. Il valore del mercato Pet food solo nel nostro Paese è pari a 2,4 miliardi di euro nel 2021, con una crescita del 6,4% rispetto al 2020.

Oltre al cibo, anche il mercato degli accessori vola: a giugno 2021, questo segmento (che include igiene, giochi e altri accessori, ovvero guinzagli, cucce, ciotole, gabbie, voliere, acquari, tartarughiere e utensileria varia) mostra solo nella GDO un giro d’affari di oltre 75 milioni di euro e un incremento di fatturato pari al +4,1%.

L’acquisto di accessori ha registrato un +7%, cura e igiene segnano una performance ottima con un +45%, parafarmacia e antiparassitari +14,5%, +40% di visite presso i veterinari durante il periodo pandemico.

I benefici degli animali sull’uomo

Tantissimi i benefici riconosciuti agli animali: alleviano lo stress e le tensioni quotidiane, mettono allegria, contribuiscono a unire la famiglia, generano amore e affetto.

Non solo. Agli animali da compagnia è attribuito un ruolo di primo piano nell’educazione e nella socialità di bambini e ragazzi: grazie a loro, i più piccoli imparano a rispettare la natura e tutti gli esseri viventi, a svolgere piccole azioni quotidiane, a responsabilizzarsi, a muoversi giocando all’aperto.

La presenza degli animali è molto apprezzata anche da chi è dovuto (o ha voluto) passare allo smart working. Proprio il fatto di essersi abituati a lavorare accanto al proprio pet tende a generare preoccupazione in chi deve rientrare in azienda.

La percezione emerge da alcune ricerche indipendenti, tra cui ad esempio lo studio Future of Work condotto da LinkedIn, il più grande network professionale online al mondo: secondo il 47% dei professionisti italiani, che hanno partecipato a questa indagine, sarebbe preferibile adottare un modello ibrido combinando lavoro in ufficio e lavoro da casa.