Anche gatti e cani sanno "amare"

I sentimenti degli animali riguardano forse la parte più affascinante dell’etologia. Scopriamo attraverso le nuove scoperte e la voce di un esperto come funzionano cuore e mente di cani e gatti.

La sensazione è proprio che cani e gatti siano in grado di amare. Dallo sguardo a qualche comportamento: tutto nella vita con loro sembra andare in quel senso. Eppure il tema dell’affettività animale è vastissimo, ancora in fase di approfondimento e nessun esperto può parlare propriamente di “amore”, un sentimento molto complesso e difficile da definire. Nonostante questo, però, i ricercatori hanno dimostrato che cani e gatti provano emozioni, stati mentali e fisiologici che hanno la funzione di rendere più efficace una reazione in vista di un’azione, per esempio ai fini della sopravvivenza. Le emozioni hanno anche la funzione di comunicare agli altri ciò che si prova. 

Le emozioni degli animali

È dimostrato che il cane, il gatto e molti altri mammiferi sono capaci di provare emozioni primarie come gioia, paura, tristezza, rabbia, disgusto, sorpresa a partire da quando mamma cane e mamma gatto, dopo il parto, creano un legame affettivo profondo con i propri piccoli chiamato “attaccamento”. Entro la prima settimana di vita, anche i piccoli creano una relazione affettiva nei confronti della mamma: questo rapporto permetterà loro di apprendere tutto ciò che serve per diventare adulti. Dopo l’adozione, cuccioli e gattini si apriranno al mondo, creando relazioni di natura differente con gli esseri umani, i propri simili e con gli individui che appartengono ad altre specie.

Che cosa siamo per loro?

Il processo di domesticazione ha permesso al cane e al gatto di trascorrere molti anni al nostro fianco. Questa vicinanza ha favorito la nascita di una “comunicazione condivisa”: cane e gatto sono capaci di “leggere” le nostre emozioni, osservando il movimento dei muscoli, del volto e ascoltando la nostra voce. Siamo per loro un “centro referenziale” e siamo in grado di influenzare le loro scelte. Cane e gatto secondo la scienza ci considerano come “genitori adottivi” e noi in effetti svolgiamo questo ruolo tanto da parlare ai “pelosi” facendo le “vocine” come quelle che rivolgiamo ai bambini.

La convivenza tra animali

Tra gli animali di casa può esserci una semplice “convivenza” legata a una reciproca sopportazione, una relazione amicale o conflittuale. Il luogo comune che vuole cani e gatti nemici non è sempre vero. Molti cani, infatti, giocano e dormono a contatto con il gatto di casa e viceversa! A volte però la convivenza può essere conflittuale e gli animali faticano a condividere lo spazio abitativo e l’affetto dei famigliari. La razza, il sesso, l’età degli animali, l’estensione dell’ambiente di vita, le attività svolte con i membri della famiglia sono “punti critici” da prendere in considerazione per formare un “gruppo affiatato”. Per partire con il piede giusto è opportuno chiedere consiglio al veterinario esperto in comportamento animale.   

Come vivono l’abbandono e la perdita

Cane e gatto soffrono per l’abbandono e la perdita di un membro della famiglia cui erano legati: alcuni non mangiano né giocano per giorni mentre altri piangono cercando l’affetto perduto tra le mura domestiche. Si tratta di un vero e proprio lutto anche per il cane e il gatto. Per far comprendere agli animali di casa che l’amico non c’è più consiglio di mostrare loro le spoglie. Ogni cane e gatto vivrà questo momento in modo diverso. E opportuno mostrare il nostro dolore e rendere partecipi il cane e il gatto così che il gruppo possa supportarli a vicenda. 

Una comunicazione simile alla nostra

L’anatomia del sistema nervoso centrale dell’essere umano, del cane, del gatto e di numerosi mammiferi è molto simile e, per questo, il “cervello” potrebbe “funzionare” allo stesso modo. Qualche anno fa Panksepp, un neuroscienziato americano, ha dimostrato che la stimolazione di una specifica area del cervello nelle persone e nei mammiferi provoca la comparsa delle stesse emozioni. È probabile, inoltre, che il sistema emotivo del cane e del gatto si sia evoluto non solo per facilitare la comunicazione con i propri simili ma anche con noi. Un recente studio, infatti, ha rilevato che i cani emettono molte più espressioni facciali quando li osserviamo e sono capaci di sollevare il sopracciglio per assumere un’espressione di tristezza in modo da attirare la nostra attenzione.

Espressioni e percezioni “finissime”

Secondo Mills, un ricercatore inglese, il viso del cane comunica le emozioni: nelle condizioni positive (per esempio la gioia) è più frequente l’azione dei muscoli che porta ad avvicinare le orecchie alla testa. Nelle condizioni negative (per esempio la rabbia o la paura) è più frequente l’azione dei muscoli che porta a socchiudere le palpebre, leccare le labbra, tenere la bocca aperta, leccare il naso e appiattire le orecchie sulla testa. Uno studio pubblicato lo scorso anno ha dimostrato che i gatti non solo sono in grado di provare le sei emozioni di base ma anche di riconoscere quando i membri della famiglia sono tristi, arrabbiati, felici e così via. I piccoli felini, quindi, ci capiscono e adattano il loro comportamento secondo ciò che noi proviamo.

Con la consulenza di Sabrina Giussani, medico veterinario esperto in comportamento animale e Presidente Senior di S.I.S.C.A. (Società Italiana Scienze del Comportamento Animale)