Gatti e viaggio, l'esperto consiglia

La veterinaria comportamentista Federica Gilberti Marangoni ci offre tanti spunti e suggerimenti.
La veterinaria comportamentista Federica Gilberti Marangoni ci offre tanti spunti e suggerimenti.

Oltre a tanti accorgimenti pratici, portare un gatto in vacanza richiede alcune attenzioni sul suo modo di vivere nuove case, luoghi e persone. Meglio che ci segua o, potendo, per lui è più facile abituarsi a un pet sitter? Che cosa è più "difficile" per i gatti?
Il gatto è un animale molto abitudinario e routinario, si lega notevolmente al suo ambiente che mappa giornalmente strofinandosi sui mobili e su di noi, rilasciando feromoni fondamentali per la comunicazione, attraverso i quali conferma la sicurezza dell’ambiente in cui vive e il legame con noi. Pertanto quando spostiamo un gatto in un ambiente che non ha mai conosciuto, per lui questo cambiamento è destabilizzante.  Sicuramente se dobbiamo assentarci per brevi spostamenti, soggiornare in albergo o in posti dove né noi né il micio torneremo, è meglio lasciarlo a casa sua e organizzarsi con un cat sitter che badi a lui in nostra assenza. L’ideale è una persona che ha già conosciuto e a cui si è abituato, o perché si tratta di un famigliare o di un amico, oppure perché lo abbiamo fatto incontrare con il cat sitter altre volte, magari facendolo venire mentre noi eravamo presenti la prima volta e poi durante la nostra giornata di lavoro. Per i gatti non è facile abituarsi ad una nuova presenza, ma se questa entra nel suo ambiente il tempo richiesto perché si adatti è sicuramente minore all’adattamento in un nuovo ambiente.

Che caratteristiche dovrebbe avere la persona che accudisce i gatti in nostra assenza?
Il cat sitter ideale è una persona che ama svolgere questo lavoro, che non richiede solo di rifornire la ciotola di cibo e pulire la lettiera. Il cat sitter dovrebbe visitare il nostro micio due volte al giorno se possibile, almeno una. Durante tale visita deve mettere il micio a suo agio, ossia entrare senza far troppo rumore, osservare se vede il micio, in caso contrario non cercare di stanarlo. Andare subito alle ciotole, cambiare l’acqua e rifornire di cibo, per attirarlo può tirare fuori i suoi premi preferiti e una volta individuato il micio, dargliene uno a debita distanza e poi altri a distanza via via più ravvicinata se il micio si mostra interessato. Non forzare il gatto se rimane nascosto e non vuole interagire con noi. Fondamentale, se il gatto mostra confidenza, è lasciarsi annusare e strusciare ma non cercare di manipolarlo in alcun modo. Molto importante, quando il micio mostra di fidarsi, è che il cat sitter non sia solo un rifornitore di cibo, ma gli tenga compagnia, giocando con lui per qualche minuto con i giochi a canna da pesca o con le palline. Appena il gatto perde interesse lasciare uno o due giochi che può fare da solo a sua disposizione. Da ultimo pulire la cassettina, controllare che sia tutto in ordine, dare un ultimo premio al micio e quindi uscire.

Sul rapporto tra gatto e padrone si sentono raccontare tante cose. Sentono la nostra mancanza?
Certamente i gatti si accorgono della nostra assenza e questo li può destabilizzare, perché noi facciamo parte della loro vita e si può dire che gli manchiamo. Il micio è legato a noi e ben radicato nelle sue abitudini insieme a noi, offrirgli una persona in grado di sopperire alla nostra assenza può essere utile per farli soffrire meno la nostra mancanza. Quando torneremo, il micio potrà mostrarsi “offeso” e non darci subito l’affetto di prima, quasi a farci pesare di averlo lasciato solo.

Quanto tempo ci vuole perché un gatto si ambienti in una nuova casa e qual è la soglia di tempo al di sotto della quale non ha molto senso portarlo con noi?
Il mio suggerimento è quello di portare il micio con noi se dobbiamo soggiornare in una casa che lui conosce già o che diventerà la sua seconda casa per le vacanze insieme a noi e se ci spostiamo per più di 5 giorni. Se stiamo via solo per il fine settimana o andiamo a soggiornare in hotel per pochi giorni, meglio lasciarlo a casa sua con qualcuno che bada a lui in nostra assenza.

Il gatto come vive il trasporto? Come dobbiamo interpretare i suoi miagolii disperati, i silenzi, le nausee?
Ci sono alcuni gatti che sono molto sereni in macchina e rimangono tranquilli nel loro trasportino durante tutto il viaggio. Questo avviene più facilmente se abbiamo adottato il micio quando era piccolo e fin da subito gli abbiamo fatto fare piccoli giri in macchina per abituarlo a questo mezzo, con l’obiettivo di rendere il tragitto un’esperienza positiva. Al contrario se il micio non è abituato all’auto e gli unici spostamenti che gli facciamo fare sono per portarlo dal veterinario o in un posto non conosciuto potrà soffrire di cinetosi o andare in ansia durante il tragitto, mostrando sintomi quali vomito, eliminazione di urine e feci, miagolii disperati e respirazione affannosa. A volte ci sono gatti silenziosi ma non sempre è indice di tranquillità, può anche significare che sono terrorizzati dalla paura.

Che cosa si può fare per rendere più facile il viaggio?
Sicuramente il vostro veterinario saprà indicarvi delle soluzioni ottimali per il vostro micio. Se soffre di mal d’auto e vomita sempre o mostra segni di nausea (deglutizioni frequenti, salivazione, leccarsi il naso) occorre somministrare un farmaco contro la cinetosi, specialmente nei viaggi lunghi. Se al contrario il nostro micio miagola disperato, ansima, urina e defeca, siamo di fronte ad un gatto ansioso. Ora esistono in commercio diversi prodotti naturali che possono essere un valido aiuto per far stare tranquillo il nostro gatto e garantirgli un’esperienza meno traumatizzante. Usando questi prodotti anche per tragitti brevi si può sperare nel tempo di ottenere un miglioramento del suo stato d’ansia.

L'abitudine conta? Cioè, se la prima volta in macchina o in una nuova casa è faticosa, poi potrebbe andare meglio?
Assolutamente sì. I gatti sono animali molto abitudinari, legati alla loro routine e al loro ambiente. Per questo motivo se sappiamo di doverlo portare con noi, dobbiamo prepararci per tempo. Nel caso della macchina è utile fare piccoli giri che poi terminino sempre con un bel premio per il nostro micio e in cui lui sia messo a suo agio, grazie all’ausilio di farmaci o nutraceutici, come detto sopra. Per il nuovo ambiente meglio fargli esplorare una stanza alla volta, lasciandolo i primi giorni con tutte le sue risorse in uno spazio solo, fino a quando non vediamo la sua curiosità di uscire e visitare gli altri ambienti. Può ritornare utile anche in questo caso usare prodotti naturali ad azione calmante o che rilascino odori a lui familiari.


Federica Gilberti Marangoni è un medico veterinario laureato a pieni voti presso l’università di Milano e con un master in medicina comportamentale conseguito presso l’università di Pisa. Appassionata del benessere animale ha conseguito esperienze nella clinica dei piccoli animali (cani e gatti principalmente) in Italia e all’estero, avendo così l’opportunità di confrontarsi con realtà diverse tra loro. La sua attenzione è sempre rivolta alla salute fisica e mentale dei "pazienti".

Federica Gilberti Marangoni, veterinario esperto in medicina comportamentale, socio AVEC ed ESVCE, email vet.gilberti@hotmail.com.