Manet, il pittore dei gatti, da domani a Milano

Una delle mostre più attese apre i battenti a palazzo Reale.
Édouard Manet arriva a Milano e la mostra, tra le più attese dell'anno, piacerà particolarmente a chi, tra le altre cose, ama i gatti. Proprio in uno dei dipinti più celebri del pittore parigino, Olympia, è presente un gatto che rappresenta nel quadro il carattere trasgressivo dell'immagine, alludendo all’autonomia e alla libertà della donna. Quest’opera destò un grande scandalo all'epoca perché rappresenta una prostituta nuda distesa su un trichet, elegante nella posa ma pur sempre "sul lavoro". Che Manet abbia voluto rappresentare una prostituta è cosa nota e lo attestano alcuni particolari: dal nome "Olympia", molto diffuso nella categoria al nastrino nero che la donna porta al collo, ornamento in voga tra le prostitute. Non è il solo quadro in cui i nostri piccoli felini di casa fanno capolino. E, soprattutto, non è il solo artista ad avere questa passione, soprattutto nella Parigi dell'Ottocento. Renoir dipinse, tra gli altri, Ragazzo con il gatto e Julie Manet (chiamato anche Ragazza con il gatto). È, poi, forse nel XIX secolo, che il gatto raggiunge il più grande successo. Tra i moltissimi estimatori di questo animale, un posto particolare spetta a Steinlen, che ai gatti dedicò quasi tutta la sua pittura. Pur essendo quasi tutti randagi, tristi e spesso malandati, e per questo, da un punto di vista "qualitativo", non particolarmente belli, ogni particolare riflette l'amore dell 'artista per il suo modello. Gli impressionisti hanno spesso inserito il gatto in scene di vita familiare. Manet ha ritratto la moglie con un bellissimo gatto accoccolato sulle gambe; Renoir lo introduce nella vita vissuta, facendone un esempio di vitalità.
 
La mostra milanese
La mostra Manet e la Parigi moderna che apre l’8 marzo a Milano al piano nobile di Palazzo Reale, e sarà aperta fino al 2 luglio, intende raccontare il percorso artistico del grande maestro (1832-18823) che, in poco più di due decenni di intensa attività, ha prodotto 430 dipinti, due terzi dei quali copie, schizzi, opere minori o incompiute. Un corpus in sé affatto esteso, ma in grado di rivoluzionare il concetto di arte moderna. Una vicenda la sua, che si intreccia a quella di altri celebri artisti, molti tra loro compagni di vita e di lavoro di Manet, frequentatori assieme a lui, di caffè, studi, residenze estive, teatri. Le opere presenti in mostra arrivano dalla prestigiosa collezione del Musée d’Orsay di Parigi: un centinaio di opere, tra cui 55 dipinti – di cui 17 capolavori di Manet e 40 altre splendide opere di grandi maestri coevi, tra cui Boldini, Cézanne, Degas, Fantin-Latour, Gauguin, Monet, Berthe Morisot, Renoir, Signac, Tissot. Alle opere su tela si aggiungono 10 tra disegni e acquarelli di Manet, una ventina di disegni degli altri artisti e sette tra maquettes e sculture. Promossa e prodotta da Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e MondoMostre Skira, curata da Guy Cogeval, storico presidente del Musée d’Orsay e dell’Orangerie di Parigi con le due conservatrici del Museo Caroline Mathieu, conservatore generale onorario e Isolde Pludermacher, conservatore del dipartimento di pittura, l’esposizione intende celebrare il ruolo centrale di Manet nella pittura moderna, attraverso i vari generi cui l’artista si dedicò: il ritratto, la natura morta, il paesaggio, le donne, Parigi, sua città amatissima, rivoluzionata a metà ‘800 dal nuovo assetto urbanistico attuato dal barone Haussmann e caratterizzata da un nuovo modo di vivere nelle strade, nelle stazioni, nelle Esposizioni universali, nella miriadi di nuovi edifici che ne cambiano il volto e l’anima. Tra i capolavori di Manet saranno in mostra Lola de Valence (1862), Ramo di peonie bianche e cesoie (1864), La lettura (1848-1883), Il pifferaio (1866), Ritratto di Emile Zola (1868) Il balcone (1868-1869), Berthe Morisot con un mazzo di violette (1872), Ritratto di Berthe Morisot con il ventaglio (1874), Stéphane Mallarmé (1876), La cameriera della birreria (1878-1879). Il catalogo della mostra è edito da Skira.