Sos meduse, le cose da fare e da non fare

Scopriamo insieme che cosa fare e che cosa no...

Ansa.it ha pubblicato una lista di preziosi consigli per intervenire (o meno) in caso di contatto con le meduse. In primis bisogna rimanere calmi, respirando normalmente; se ad avere urtato una medusa è un bambino è bene tranquillizzarlo. Se si è vicini alla riva uscire dall’acqua, altrimenti richiamare l’attenzione per farsi aiutare. Poi si deve controllare, una volta fuori dall’acqua, che non siano rimaste attaccate parti della medusa (nematocisti), rimuoverle possibilmente senza toccarle, ad esempio con una spatola, un coltello (non dalla parte della lama) o una tessera di plastica rigida (tipo carta di credito) raschiando la cute per rimuovere accuratamente il più possibile. Dopo, sciacquare la parte interessata con acqua di mare, non usare l’acqua dolce perché causerebbe la rottura delle nematocisti ancora intatte e il rilascio di altro liquido urticante. Dopo aver eliminato i residui di medusa e sciacquato la parte, fare impacchi freddi, che hanno un effetto analgesico evitando però che il ghiaccio, costituito da acqua dolce, entri in contatto con la pelle. Dopo, applicare un gel astringente al cloruro di alluminio, che serve a lenire il prurito e a bloccare la diffusione delle tossine. Si trova in farmacia ed è utilizzato anche per lenire il prurito da punture di zanzara. Infine coprire la parte colpita e non esporla al sole, perché essendo sensibile alla luce del sole tende a scurirsi provocando delle macchie-cicatrici antiestetiche. Se subentrano complicazioni come arrossamento e/o gonfiore diffuso della pelle, difficoltà respiratorie, sudorazione, pallore, mal di testa, nausee, vomito, vertigini, confusione, andare al pronto soccorso o chiamare il 118, spiegando cosa è successo.

Se si ha modo di riconoscere la medusa con cui si è entrati in contatto, è meglio seguire le seguenti indicazioni specifiche.

Physalia physalis, Caravella portoghese, fare impacchi di acqua calda (40-45°C) per 10-20 minuti.

Charibdea marsupialis, la cubomedusa, si può utilizzare un po’ di aceto per neutralizzare eventuali frammenti di tentacoli rimasti sul corpo, prima di sciacquare con acqua di mare; fare impacchi di acqua calda (40-45°C) per 10-20 minuti.

Olindias phosphorica, si può utilizzare un po’ di aceto per neutralizzare le eventuali cellule della medusa rimaste sul corpo, prima di sciacquare con acqua di mare; procedere con impacchi di acqua fredda.

COSA NON FARE – È importante non grattarsi, prima di aver rimosso le nematocisti, che potrebbero rompersi, peggiorando la situazione, non toccare le nematocisti (le parti di tentacoli rimasti sulla pelle) con le mani, per evitare di trasferire parte del liquido urticante a zone particolarmente sensibili come occhi e mucose, non sciacquare la parte interessata con acqua dolce, causerebbe la rottura delle nematocisti ancora intatte e il rilascio di altro liquido urticante, non strofinare la zona colpita con sabbia o una pietra calda, anche se le tossine sono inattivate dal calore, la temperatura necessaria a farlo è di oltre 50°C, non usare rimedi come ammoniaca o urina (contenente ammoniaca) alcol o aceto (a meno che non si conosca la specie con cui si è entrati in contatto) perché non hanno alcuna azione sul liquido urticante delle meduse e potrebbero ulteriormente irritare la parte colpita (leggi la Bufala) e non esporre al sole la parte colpita per qualche giorno, o utilizzare creme a protezione solare totale, per evitare la formazione di macchie.

 

Le creme antistaminiche o a basso contenuto di cortisone sono poco utili nell’immediato (hanno effetto dopo circa 30 minuti, quando in condizioni normali, i disturbi sono già spariti).