Terremoto, gatti e cani lo hanno sentito prima

Il terremoto per i nostri amici a quattro zampe...

Che cosa succede nel mondo dei nostri piccoli amici a 4 zampe prima di un terremoto? Dalle ricerche scientifiche si apprende che i gatti che vivono con gli uomini diventano irrequieti, si svegliano nel cuore della notte, non seguono più la loro routine quotidiana, insomma escono completamente dai gangheri. I gatti randagi, invece, spariscono dalla circolazione. Pare che questi comportamenti non riguardino solo i sismi ma anche altri fenomeni ambientali come tornado e uragani. Lo scrittore americano Willie Morris ha più volte scritto sul Los Angeles Times: «La nostra zona è soggetta ai tornado e radio e televisioni hanno l'obbligo di dare l'allarme. Qualche minuto prima che venga diffuso l'allarme, la mia gatta Mamie si comporta sempre come una matta: batte le zampe, corre senza una meta, si nasconde sotto i mobili». Gli etologi ipotizzano che i gatti reagiscano ai movimenti tellurici che precedono i terremoti o i tornado. Sono movimenti debolissimi, che l'uomo non riesce a percepire e che possono essere misurati solo con strumenti molto sensibili. È anche ipotizzabile che i gatti siano messi in allarme dai cambiamenti nei campi elettrici antecedenti i fenomeni sismici. Quello che teniamo a sottolineare, però, è che nessuna di queste teorie è mai stata confermata scientificamente.

Tra folclore e scienza
Cerchiamo di capirci meglio. Escludendo le credenze di folclore popolare, troppo generiche e condite da un po' di sana fantasia, è del tutto plausibile che sui sensi degli animali e sulle loro percezioni abbiano certi effetti determinati avvenimenti fisici. Nessuno scienziato, però, è mai stato in grado di dare prova scientifica del legame tra gatti e terremoti. Secondo un'altra teoria, anch'essa del tutto possibile, i piccoli felini potrebbero risentire degli improvvisi cambiamenti nel campo magnetico terrestre che precede i terremoti. A questo proposito, il biologo e veterinario Christian Marquardt ha fatto notare in diverse pubblicazioni che la percezione del campo magnetico da parte di batteri, insetti, pesci, uccelli e pipistrelli è già stata ampiamente dimostrata e presuppone la presenza di recettori magnetici. Questi organi di senso permettono agli animali di orientarsi grazie ad anomalie geomagnetiche originate anche a migliaia di chilometri di distanza. Ma fino a oggi, nel gatto non sono stati riscontrati simili recettori. Le ricerche sul bio-magnetismo, comunque, sono ancora in fieri e gli studiosi non escludono di poterne trovare, a seguito di esami più approfonditi.