Leggiamo nella mente del nostro gatto

Conoscere il gatto non è facile. A volte un filo sottile separa quello che gli piace da impazzire dalle cose che, al contrario, lo indispettiscono…
Bianco o nero. Il gatto sembra proprio non avere mezze misure. Ci sono cose in grado di esaltarlo e farlo sentire amato, altre che lo divertono da morire ma, viceversa, alcune che proprio non sopporta. Solitamente esiste una spiegazione etologica o scientifica ma non è sempre così. Fa parte della personalità di questo splendido animale lasciare alcuni suoi comportamenti senza la possibilità di essere decifrati e certi nostri quesiti irrisolti. Certo è che, se vogliamo instaurare un rapporto sereno e duraturo, dovremo evitare alcuni atteggiamenti che lo irritano: i mici hanno buona memoria e potrebbero legarseli al dito…  

Non mi grattare il basso ventre
È forse uno dei comportamenti che più di ogni altro lasciano a bocca aperta i padroni “innamorati”. Il gatto dorme felice a pancia all’aria mentre noi lo accarezziamo. Ronfa, fa le fusa e sembra che tutto sia perfetto fino a quando con la mano non arriviamo a toccargli il basso ventre. Allora scatta e magari ci scappa anche un morso. Come mai? Che cosa è successo che ha improvvisamente rotto la magia del momento? Semplice. I gatti reputano quella zona un punto “intimo”; chi la tocca si sta un po’ “allargando” per cui… benissimo le carezze sulla pancia ma “ora non esageriamo, dormo ma sono vigile, non mi prenderai alla sprovvista”. Quale sia il limite preciso nessuno lo ha mai capito e tanto meno perché proprio quel punto, ma è così. Rispettiamolo!

Non tirarmi mai la coda
Tra tante bugie sul conto dei gatti, la tradizione ha riportato una cosa vera: tirare la coda al gatto equivale a fargli un bel dispetto. Il dolore, però, non c’entra al contrario di quanto verrebbe da pensare in un primo momento. Potremmo parlare più di un grande fastidio che affonda le sue radici nella psicologia. La coda è importante perché permette al gatto di comunicare. È la parte del suo corpo che si agita e si muove più di tutte, di continuo, lanciando messaggi in ogni secondo. Sentirla bloccata nella “morsa” della nostra mano fa al micio l’effetto che farebbe a noi una mano sulla bocca che ci impedisce di parlare e gridare. “Tirare”, in effetti, è improprio perché è bloccarla che genera il problema. 

Non chiudere la porta delle stanze
Se non vogliamo scatenare l’orgoglio del gatto, non vietiamogli di entrare in alcune stanze. Soprattutto se il divieto arriva da un giorno all’altro. Ci sono gatti che non si danno pace e raschiano la porta miagolando per ore. Altri che, invece, studiano strategie per aprirla e non si fermano davanti a nulla. Addirittura i mici più ansiosi appena sentono che una porta solitamente aperta viene chiusa vanno a nascondersi, pensando che qualcosa di poco rassicurante stia per abbattersi sul loro cammino. La cosa potrebbe farci sbuffare ma in realtà sono proprio questi i momenti che ci confermano quello che sostengono gli scienziati quando scrivono e spiegano che il gatto è un animale molto intelligente…

Non soffiarmi sul muso
Più che arrabbiarsi ci resterà male. Il soffio negli occhi è un brutto gesto per il nostro gatto. Non ha niente a che vedere con il “soffio” felino che i mici fanno tra di loro per comunicare un disagio e avvisare di stare alla larga, ma ha l’effetto di un brusco “vattene”. Questo perché quando il gatto si avvicina al nostro viso, per annusarci, lo fa per stabilire un contatto con noi e, magari, rilasciare feromoni di riconoscimento. Per lui è un momento intimo in cui, in un certo senso, si mette a nudo, offrendoci la sua fiducia, a cui noi rispondiamo scacciandolo a malo modo. È un po’ come se noi allungassimo la mano per presentarci e chi ci è di fronte gli tirasse una sberletta invece che afferrarla e ricambiare. Anche se per scherzo o per fare un esperimento, evitiamo al micio questa spiacevole situazione.

Fammi annusare i panni sporchi
A noi esseri umani può sembrare folle, ma per i nostri amici a quattro zampe calzini usati, federe, lenzuola, asciugamani e persino biancheria intima hanno un odore… libidinoso. Si tratta forse di uno dei comportamenti più strani e inspiegabili se osservato dal nostro punto di vista, ma etologicamente, non è poi così difficile da comprendere. Innanzitutto dobbiamo considerare che si tratta di tessuti “intrisi” dei nostri odori e dunque ricchi di codici olfattivi che ci descrivono. Il sudore su una maglietta non è altro che un odore di “umano” (pelle e via dicendo) che attraverso il raffinatissimo olfatto felino porta al cervello del gatto il nostro identikit. Eccita l’animale poiché scatena tutti i suoi sensori, gli istinti e i suoi meccanismi di riconoscimento. Gli stessi odori forti e “personalizzati” li hanno anche gli altri animali e le prede, vive o morte che siano. Dal sacco della biancheria da lavare, quindi, la testolina del gatto parte per un viaggio avventuroso nella natura dove i suoi primordiali istinti trovano stimoli irresistibili.

Spazzolami lungo tutto il corpo

Se il nostro gatto ha un carattere socievole, ama farsi accarezzare e non ha difficoltà a relazionarsi con noi: prima o poi ci accorgeremo di quanto gli piaccia essere spazzolato dalla testa alla coda. Rilasserà anche noi vedere quanto sollazzo riesca a provocargli. Ma che cosa scatta nella testa del micio quando gli passiamo la spazzola in questo modo? La sua testa vola ai primi giorni di vita quando la mamma, leccandolo, non solo lo lavava e pettinava, ma stimolava con il massaggio della lingua tutte le funzioni dell’organismo, dalla circolazione del sangue al ricambio del mantello. Se già una carezza, dunque, lo farà rilassare, una spazzola con piccoli denti di metallo che gli percorre la schiena dal collo all’attaccatura della coda, sarà fonte di una goduria incredibile. La lingua “ruvida” di mamma gatta è qualcosa di molto simile e ci sommergerà di fusa…

Lascia che mi appoggi a te mentre lavori
Vorremmo lavorare ma loro ce lo impediscono. Sdraiati senza pudore sulle nostre braccia che si muovono. A volte lavorare al computer a casa, in compagnia del nostro amico peloso, si trasforma in un (bellissimo) incubo. Ma perché al gatto piace così tanto sonnecchiare in un posto tanto scomodo e stretto? La risposta è abbastanza intuitiva. Secondo gli esperti, infatti, il gatto, animale egocentrico e allo stesso tempo guardingo, trova in quella posizione due piccioni con una fava, come si suol dire. Sotto ai nostri occhi può stare certo che non ci scorderemo della sua presenza, anzi, parteciperà in maniera indiretta al nostro lavoro e, nel frattempo, “circondato” da noi si sentirà protetto e sicuro.